Toscana – Secco NO alla compressione del diritto di sciopero

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Nell’incontro che si è svolto nel pomeriggio di oggi, 12 ottobre 2015, in ARAN, è stata avanzata la proposta alle OO.SS. del comparto ministeri dell’applicazione del decreto legge che considera l’orario di apertura dei musei e degli altri siti gestiti dal Ministero dei Beni Culturali come servizi pubblici essenziali.

In sintesi: durante l’orario di apertura dei siti non si può scioperare.

Il punto è che, per moltissimi siti, l’orario di apertura comprende pressochè la totalità dell’orario di lavoro e in questo modo non è possibile manifestare un dissenso per qualsiasi motivo.

Ricordiamo che la “vicenda del Colosseo”, così pompata dai media, non si riferiva a uno sciopero improvviso ma ad una assemblea chiesta dalle RSU già diversi giorni prima, come prevede la norma.

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Dal diritto di assemblea alla compressione del diritto di sciopero il salto è illogico e strumentale.

Tutte le Organizzazioni sindacali, tranne una che non ha parlato ma ha consegnato un documento al Presidente dell’Aran il cui contenuto è rimasto oscuro ai presenti, hanno dichiarato la propria indisponibilità a sottoscrivere alcunché, riservando l’azione legale e la protesta sindacale ove il decreto legge fosse convertito senza sostanziali modifiche.

Inoltre, è doveroso segnalare che non è assolutamente normale che le carenze di organico, di fondi e organizzative di un dicastero così radicato nel territorio debbano essere strumentalizzate e fatte pagare non all’incapacità di chi è stipendiato per questo ma ai dipendenti che sono pagati molto ma molto di meno per assicurare servizi al limite della sopportazione.

I colleghi da Toscana, terra ricca di arte, storia e cultura, non possono stare in silenzio di fronte a questo ennesimo tentativo di compressione dei diritti sacrosanti dei lavoratori che, se trovasse applicazione la proposta di oggi, potrebbero addirittura trovarsi nella condizione di non poter più protestare civilmente per un salario accessorio non riscosso o altro. Ora non ci sono più scuse per non aprire gli occhi, occorre tenere alta l’attenzione e unirsi in uno spirito comune per salvaguardare il nostro lavoro.

 

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