TOSCANA: ritardi processuali e condanne alle spese – un altro modo per fare cassa sui dipendenti?

Ebbene si, i ritardi processuali pare diventino un ulteriore modo per fare cassa! Si sta assistendo ad un vero e proprio massacro sempre a danno dei lavoratori che anche in Toscana si erano rivolti fiduciosi alla Giustizia per vedersi riconosciuto un indennizzo per le lungaggini processuali che, però, si sono visti negare dai giudici. La Segreteria Generale sulla grave situazione ha preso decisioni circa il ricorso ai gradi superioi perchè questo massacro cessi.

Questo il comunicato stampa: 

(AGENPARL) – Roma, 26 giu – La Giustizia ora se la prende con i lavoratori. Sono migliaia i dipendenti pubblici condannati, in questi giorni, a pagare le spese processuali perché avevano osato ricorrere in giudizio per il riconoscimento dell’equo indennizzo sulla durata lunga dei processi. Le cifre variano da 300 a 1000 euro ciascuno. E’ solo una “strategia” economica – spiega il Segretario Generale Ugl-Intesa Fp, Francesco Prudenzano – per scoraggiare i lavoratori a fare ricorso sebbene il diritto comunitario prevede che ogni persona abbia diritto a che la sua causa venga esaminata entro un termine ragionevole. A prescindere dal torto o dalla ragione. Dunque – continua il sindacalista – allo stato delle cose la Comunità Europea multa l’Italia per i ritardi processuali mentre la Giustizia italiana condanna gli italiani che chiedono, in base alla legge Pinto, l’equo indennizzo per gli stessi ritardi. Tutto ciò è contraddittorio oltre ad essere penalizzante per lavoratori già penalizzati da riforme, tasse e quant’altro. Pertanto la Ugl-Intesa farà ricorso prima in Cassazione e poi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

 

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