Toscana: MEF – Silenzio dopo il regolamento di riordino
Dopo l’incontro che si è svolto il 23 luglio siamo ora in attesa degli ulteriori passaggi. All’incontro a cui aveva partecipato il Coordinatore Nazionale Walter Marusic, mancava la parte più importante: quella politica, la quale avrebbe dovuto dare spiegazioni sul progetto di riorganizzazione e sui “reali” benefici in termini di risparmio che si sarebbero determinati non solo per l’amministrazione ma in generale per tutto il pubblico impiego. Dall’incontro emersero dati analitici riferiti all’attuazione dei dettami normativi dal DL 95/2012. In quella sede però siamo riusciti ad ottenere alcuni dettagli importanti, partendo da un dato di fatto: il MEF ha tracciato la sua strada per il cambiamento che determinerà, soprattutto nel territorio, grandi conseguenze. È necessario allora cercare di gestire questo ennesimo cambiamento in atto rendendoci parte attiva e non rimanere alla finestra ad aspettare che qualcuno decida per noi, per poi lamentarsi delle decisioni assunte!
Nello specifico, ecco che quanto emerse dall’incontro, se incrociato con quello che prevede la successiva riforma Madia (trasferimenti coatti entro i 50 Km, demansionamento per ricollocazione…) va ora ad assumere contorni più concreti:
La data di “soppressione” delle 10 sedi RTS individuate è stata posticipata di un mese, (31/01/2015), al fine di avere più tempo per gestire la conseguente mobilità agevolando (così almeno dice l’Amministrazione). Dovranno essere, dunque, predisposti e discussi con le OO.SS., criteri per la mobilità volontaria verso altri enti, verso RTS comprese quelle che riceveranno le competenze di uffici soppressi, verso le Commissioni Tributarie, verso le Agenzie Fiscali.
Il previsto “accorpamento” del sistema informatico dei vari Dipartimenti è stato ritenuto non attuabile totalmente, viste le varie peculiarità non facilmente assimilabili.
Nel DPCM in oggetto viene ribadito, all’art. 15 che: “Gli Uffici di Segreteria delle Commissioni Tributarie regionali e provinciali, sono organi locali del Ministero dell’economia e delle finanze e il relativo personale dipende unitamente a quello degli Uffici di supporto al Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, dal Dipartimento delle Finanze”, ora non resta altro che farlo comprendere ad alcuni Presidenti di Commissioni ed ai corrispettivi Direttori di Commissione, operazione non da poco!
Poiché tutta l’operazione mobilità dovrà avvenire senza variazione della spesa per l’Amministrazione, e che non vogliamo che il “presunto” risparmio venga effettuato a spese dei soliti noti, i lavoratori di questa Amministrazione, chiediamo e chiederemo anche che il personale non venga costretto a postarsi dal Comune di residenza, ricordando che un abbonamento ferroviario mensile di 50Km costa minimo 60 € senza contare i tempi di percorrenza, di attesa, di ritardi, insomma tempi che nessuno potrà mai ripagarci!
Invitiamo tutti i lavoratori a contattarci per darci suggerimenti, esprimerci dubbi, dirci quali problemi li investiranno
w.marusic@federazioneintesa.it
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Per comodità riportiamo l’art. 17 sull’articolazione territoriale del DPCM
Regolamento di organizzazione del Ministero dell’economia e delle finanze
Articolo 17
Disposizioni in materia di organizzazione degli uffici territoriali
1. Con successivo decreto ministeriale, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, è definita l’articolazione delle Ragionerie territoriali dello Stato, anche ai sensi di quanto disposto dall’articolo 23-quinquies, comma 5, lettera a), del decreto legge 6
luglio 2012 n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n. 35.
2. Il decreto di cui al comma 1 è finalizzato al conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) rafforzamento dell’efficacia nell’espletamento delle attività di controllo e di monitoraggio della spesa da realizzarsi anche attraverso un riparto delle competenze orientato alla concentrazione presso alcune Ragionerie Territoriali dello Stato di funzioni che non richiedono il massimo decentramento amministrativo, in termini di diffusione del controllo territoriale e di necessità di rapporto diretto con l’utenza, con conseguente dimensionamento delle risorse umane e strumentali in modo da costituire una rete territoriale composta da Ragionerie territoriali di maggiori dimensioni, nei capoluoghi di regione, caratterizzate da una più ampia estensione delle competenze, e Ragionerie territoriali locali, di minori dimensioni, caratterizzate da un maggiore grado di specializzazione e dal mantenimento del necessario rapporto diretto con l’utenza;
b) potenziamento del ruolo delle Ragionerie territoriali dello Stato quali organismi di controllo in materia di analisi e valutazione della spesa pubblica, conferendo preminenza a tale ruolo rispetto alle altre attribuzioni e sviluppando nuove tecniche e modalità di controllo, in particolare, nell’ambito dell’utilizzo dei fondi europei;
c) raggiungimento di una maggiore efficienza allocativa e di una ulteriore razionalizzazione degli spazi utilizzati, con la realizzazione di conseguenti risparmi di spesa, anche mediante la condivisione delle sedi con uffici di altre amministrazioni statali, e in particolare, con le altre articolazioni dell’amministrazione finanziaria, nell’ottica della creazione di poli logistici territoriali unitari.