Roma, 14 giugno 2019 – Convegno: Dalla dittatura del capitalismo finanziario alla dittatura degli algoritmi
Appuntamento per il 14 Giugno 2019 p.v. dalle 15,30 presso la Sala Igea dell’Istituto Italiano dell’Enciclopedia Treccani, Piazza dell’Enciclopedia Italiana 4, Roma
INTERVERRANNO:
Francesco Prudenzano – Segretario Generale Confintesa
Onorevole Fausto Bertinotti – Ex Presidente della Camera dei Deputati
Onorevole Stefano Fassina – Deputato LEU – Commissione Bilancio
Professor Sergio Cesaratto – Economista, Prof. Ordinario di Economia Università di Siena
Walter Rizzetto Deputato FdI – Commissione Lavoro
I lavori saranno coordinati da Fabrizio Frullani – Giornalista del “Tg2”
Con lo sviluppo dell’economia aumenta la dipendenza dell’individuo. Tale dipendenza diviene soggezione al potere. Dopo l’esperienza storica dell’oppressione attraverso le armi e di quella prodotta da una economia finanziaria, l’umanità comincia a sperimentare una forma nuova di oppressione determinata dalla divisione del lavoro che costringe l’uomo a forme estreme di specializzazione.
Mai come in questo momento l’individuo è stato così completamente abbandonato ad una collettività cieca, mai gli uomini sono stati più incapaci di far derivare le azioni dai propri pensieri. L’uomo ha perso la sua umanità. E all’interno di questa società, l’uomo sperimenta impotenza e angoscia.
La ricostruzione sociale e politica della società deve poggiare su basi etiche, su una rigenerazione di individui e collettività, in cui si accompagni un nuovo radicamento in una società giusta e rispettosa delle persone.
Come affermato dal garante della Privacy, Antonello Soro, in ordine ad alcune funzioni che prima erano frutto di una scelta e di una valutazione umana, oggi quelle stesse scelte e quelle stesse valutazioni vengono fatte da “selezioni algoritmiche alle quali deleghiamo quasi fideisticamente il compito di decidere aspetti determinanti della vita delle persone”. Arriviamo così ai licenziamenti che vengono decisi da algoritmi che valutano la produttività solo in termini quantitativi e non qualitativi e che rischiano di “cristallizzare il futuro nel passato, leggendo il primo con gli schemi del secondo”.
Da qui la ricerca di modifica di un uno distorti del processo tecnologico rimettendo al centro della società l’Uomo e il suo lavoro. Vogliamo chiudere con una frase di Albert Einstein: “Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno”. Evidentemente anche Einstein si sbagliava.