IN TOSCANA NON L’ABBIAMO PRESA BENE QUESTA STORIA DEL PROTOCOLLO SULLA SICUREZZA FIRMATO AL MINISTERO DELL’INTERNO

IN TOSCANA NON L’ABBIAMO PRESA BENE QUESTA STORIA DEL PROTOCOLLO SULLA SICUREZZA FIRMATO AL MINISTERO DELL’INTERNO
Già! Abbiamo seguito tutta la situazione Covid19 dall’inizio offrendo la nostra collaborazione così come ci viene demandato dal nostro ruolo calato all’interno del contratto di lavoro ai vari datori di lavoro, siano essi prefetti o questori o dirigenti di altri uffici di PS della Toscana e ci aspettavamo che almeno il Ministero dell’Interno seguisse le regole dettate dal D.Lgs. 81/08 ed il CCNL Funzioni Centrali per adeguare gli uffici agli standard di sicurezza necessari nella massima garanzia giurica possibile. Invece, prendendo a riferimento un “brogliaccio” ci hanno ricavato sopra una base per una contrattazione decentrata!
Siamo delusi ed arrabbiati per come un ministero come il nostro riesce ad eludere le regole ma poi persegue chi non le segue!
Ecco cosa è successo ieri a Roma:

IL GIOCO DELLE PARTI

E’ del 28 maggio la firma di un “Protocollo di regolazione delle misure di contrasto per il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro”. Sembrerebbe tutto normale e qualcuno sarebbe tentato di esclamare: “Finalmente!”. Purtroppo non è così. Infatti già nella premessa del documento si annida la faziosità strumentale che vizia tutto l’impianto, dove vengono citati accordi inadeguati di altre amministrazioni atti solo a fare propaganda gratuita agli autori principali di tutte le nostre disgrazie: CGIL, CISL e UIL.

Sarebbero stati più onesti se in premessa avessero indicato che, in previsione delle prossime elezioni RSU del 2021, proponevano un protocollo (citando accordi sindacalmente nulli per la nostra Amministrazione) necessario ad esaltare il ruolo di soggetti sindacali “loro amici”. Pensavamo, ma sbagliandoci, che almeno in questa grave situazione di pericolo e di incertezza si fosse cercata la collaborazione attiva e competente di tutte le forze in campo. Così non è stato, sfornando un documento inefficace e dannoso sotto molti aspetti.

Premesso che le Leggi sulla sicurezza si applicano e non si interpretano a piacimento, in prima analisi occorreva scindere in due tempi la questione “riapertura degli uffici”: una fase prettamente strutturale, di totale competenza dell’Amministrazione, ed un’altra comportamentale, di competenza anche sindacale. Invece, al fine di diluire e mimetizzare responsabilità ed, in alcuni casi, omissioni (DPI non adeguati o carenti ecc.), si è preferito fare un bel minestrone delle due problematiche, dove addirittura si legge che “le parti (pubblica e sindacati) monitorano periodicamente l’applicazione del presente protocollo”. Come dire: “tu guidi la nave, ma se affondiamo la colpa è di tutti”. Chiaro lo scambio di favori “io firmo un protocollo salvadirigenti a te e tu mi fai propaganda elettorale gratuita”. E la salute dei colleghi in prima fila? Quelli esposti senza idonei strumenti di protezione e, soprattutto, senza adeguate informazioni comportamentali? Non importa! Ciò che conta è che l’antico teorema del “mettiamo a posto le carte” sia soddisfatto. Peccato che a Pescara, nonostante la carte fossero state messe a posto, il prefetto e compagnia sono finiti sotto inchiesta per i fatti di Rigopiano. Di fronte a responsabilità così evidenti, non ci sono accordi mitigatori che tengano. Sono obbligatorie disposizioni chiare ed inequivocabili da Roma a cominciare dall’indicare: quali sono i servizi effettivamente indifferibili; quali le chiare soluzioni per il part time (le 100 euro) e lo smart working; come predisporre e strutturare uno sportello al pubblico; che precauzioni ambientali occorre mettere in atto; quali le vere e utili precauzioni comportamentali dei dipendenti e dell’utenza; quali e come usare i presidi sanitari; chi e quando deve fare l’igienizzazione delle aree comuni e degli uffici; chi e quando deve operare la sanificazione; chi sono “i controllori” che rispondono davanti alla Legge dell’applicazione o meno delle Leggi e delle relative disposizioni (quando ci sono). Tutte questioni ignorate dal protocollo in  questione che abbiamo contestato in quasi tutte le sue parti e, quindi, non firmato.

L’Amministrazione faccia la sua parte, quella di competenza, e noi faremo la nostra come lavoratori e come sindacalisti, rilevando e denunciando ogni pericolo o violazione. Confondere competenze, ruoli e responsabilità fa solo danni seri ai lavoratori.

Considerata la situazione e ciò che provocherà detto accordo, nei prossimi giorni dirameremo istruzioni ai nostri Rappresentanti sui luoghi di lavoro su come far rispettare la Legge e su come i colleghi si devono effettivamente difendere dal contagio.

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