Il lavoro pubblico dopo il covid19: La Segreteria Generale Confintesa FP della Toscana ritiene il sindacato attore coprotagonista al fianco del lavoratore
Il lavoro pubblico dopo il covid19: La Segreteria Generale Confintesa FP della Toscana ritiene il sindacato attore coprotagonista al fianco del lavoratore
Il covid19 ha segnato profondamente il mondo, e di conseguenza ha ridisegnato anche quello del lavoro.
Questo significa che vanno riviste le cose e vanno anche adattate ai tempi che saranno, guardando più avanti del nostro naso.
Si fa un gran parlare di smart working, mischiando telelavoro, prassi e burocrazia…ma alla fine abbiamo constatato che il lavoro in forma agile presso il domicilio rende di più.
Se ne sono accorti i lavoratori e se ne sono accorte le amministrazioni. Ciò nonostante, si legge nella quotidianità dei mezzi di informazione come questa sia considerata una modalità di lavoro “furbetta” additando i dipendenti pubblici che sono in questa modalità operativa, ancora una volta, come il male dell’Italia, una sorta di approfittatori e chi più ne ha più ne metta.
È strano vedere come il sindacato tradizionale in questo momento non dica una parola su questo, avallando, di fatto, la “verità” di parte e lasciando da soli i dipendenti a doversi “discolpare”, anche se pagano una tessera che oramai non ha più un valore tangibile perché non rende per ciò che costa.
Noi di Confintesa FP della Toscana, in linea con la nostra Confederazione e Federazione, questo lo abbiamo capito subito ed abbiamo deciso di dare un significato nuovo alla parola sindacato (istituzione vecchia quasi come il mondo) convinti che avrà un ruolo importante nel momento in cui andranno ridisegnati gli ambiti in cui il lavoratore si troverà costretto a muovere. Uno dei primi sarà proprio l’organizzazione dello smart working che dovrà contemperare le esigenze di due parti per una collaborazione volta a rispondere alle richieste dei cittadini e delle altre amministrazioni. Da una parte quindi produttività, risparmio e servizi; dall’altra flessibilità, stipendio in linea e rientro nella città di origine ove ha dimora il nucleo familiare.
Chi lavora da casa, non scordiamolo, ha comunque spese per lo strumento di lavoro che quasi mai viene fornito dall’ufficio, per la linea telefonica e telematica, per l’adattamento della postazione di lavoro secondo le norme del D.Lgs 81/08; ha le stesse spese per la pausa pranzo; ha controlli sulla connessione ai fini della produttività: non ha introiti dovuti alle prestazioni straordinarie: risparmia sul trasporto.
Di contro la pubblica amministrazione ha l’onere di verificare la produttività esattamente come per gli altri dipendenti, ma risparmia su apparecchiature (che almeno al momento non consegna quasi mai ai lavoratori in smart), su consumi negli uffici, sui buoni pasto, sugli straordinari (soldi di cui non sappiamo bene quale sia la nuova destinazione…) e sull’adeguamento dei posti di lavoro smart.
Punti di caduta e di convenienza ci sono per entrambe le parti ma non per tutti nello stesso modo. Certo è che lavorare da casa non può essere penalizzante come non può essere penalizzato chi continua a prestare la propria opera in ufficio.
E qui occorre contemperare le esigenze delle parti, mediante l’opera di mediazione del sindacato, magari con la previsione di un rimborso sui consumi e/o un buono pasto differenziato oppure non prevederlo affatto…insomma vedere le cose con occhi diversi per una pubblica amministrazione al passo con i tempi che sia di valido supporto alla ri-crescita del paese.
Ecco che allora le nostre proposte prendono corpo ed iscriversi a Confintesa FP acquista valore, un valore che si traduce in azioni concrete per tutti.
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