Il CCNL dei quattro moschettieri
Si respira clima elettorale: si vota per rinnovare il nostro Parlamento il 4 marzo e per il rinnovo delle RSU il 17 aprile. Durante una campagna elettorale, si sa, c’è chi promette miracoli e chi c’era fa “bella mostra” delle attività già svolta. Noi cercheremo di evitare entrambi e di restare “lucidi” ed obiettivi senza lasciarci coinvolgere.
L’associazione di idee tra le due votazioni non è casuale se pensiamo che il Contratto del nostro comparto è stato sottoscritto a seguito di un confronto durato ben due giorni, nella notte tra il 22 e 23 dicembre, dopo 7 anni di blocco e dopo circa 30 mesi dalla Sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco degli aumenti contrattuali.
Un contratto eccezionale? Macché è un vecchio contratto con pochi spiccioli di aumento che non fanno recuperare ai dipendenti pubblici la perdita del potere di acquisto perso negli anni passati, un contratto privo di elementi migliorativi nuovi che non restituisce la dignità né ai lavoratori e neanche al sindacato. Privo della parte della classificazione del personale (rimandata ad una Commissione paritetica), dello sciopero virtuale, inasprisce i procedimenti disciplinari e, scusate se è poco, mancano i soldi!
Ma un contratto si firma in due, in questo caso l’hanno firmato in 5 ovvero l’ARAN con il consenso di CGIL, CISL, UIL e UNSA, noi abbiamo … rifiutato l’offerta! Motivi elettorali?
È l’unica spiegazione ragionevole, considerando che è degli ultimi giorni la notizia (dei meglio informati) che i lavoratori troveranno nella busta paga di febbraio gli arretrati per gli anni 2016, 2017 e 1° bimestre 2018 e che lo stipendio di marzo sarà aggiornato.
Che tempismo, peccato che nella busta paga troveremo solo una manciata di soldi rispetto a quanti ne sarebbero spettati per la perdita del potere di acquisto dell’inflazione registrata durante il periodo di blocco della contrattazione.
La nostra Federazione non ha sottoscritto l’ipotesi di contratto (che scadrà il 31/12/2018), ha avviato un confronto e sta valutando se sussistono i presupposti per ottenere giudizialmente il pieno riconoscimento di quanto perduto. Non nasconde però che una norma rinnovata nel nuovo contratto prevede che solo i sottoscrittori del CCNL possono partecipare alla contrattazione nelle Amministrazioni quindi un secco “prendere o lasciare”.
Se dovessimo decidere di non firmare un contratto già deciso a tavolino nelle “stanze dei bottoni” perderemmo l’ulteriore possibilità di difendere i lavoratori anche sui singoli posti di lavoro, oltre il danno anche la beffa!
Non abbandoneremo i lavoratori e non li lasceremo in balìa dei “4 moschettieri”, statene certi.