Firenze: quasi 900 posti a rischio nei beni culturali
Riformare tutto per non riformare nulla anzi, paralizzando tutto! Questo sembra essere il risultato della nuova riforma del settore dei Beni Culturali che prevede dallinizio del nuovo anno una frammentazione degli istituti culturali nella nostra regione.
Per esempio, il Polo Museale Fiorentino che racchiude linsieme dei Musei più importanti del mondo e gestiti unitariamente dallo Stato viene diviso per dubbie necessità di managerialità.
La sinergia che era risultata efficiente con la parte privata nella gestione del patrimonio culturale nei cosiddetti Servizi aggiuntivi si troverà ad essere incrinata se non addirittura soppressa.
Ora si rischia che la biglietteria, laccoglienza, la vigilanza, bookshop, lallestimento e la realizzazione di mostre, non riesca a garantire lo standard a cui i cittadini erano abituati.
E nel futuro molto prossimo che scarto ci sarà tra prestazionale dei servizi offerti nei grandi musei e in quelli cosiddetti minori?
Solo in Toscana il livello occupazionale consolidato di queste aziende è di diverse migliaia, (solo Opera Laboratori Fiorentini circa 900 unità ), per non considerare poi lindotto diretto sui prestatori di opera e servizi di forniture annesse che generano economie che si aggirano solo per questo comparto di diverse svariate decine di milioni di euro.
La Ugl-Intesa della Toscana nel constatare il forte rischio emorragico occupazionale chiede precise garanzie al Ministero per i Beni ed Attività Culturali e per il Turismo a che nessuno dei lavoratori dei servizi integrati come appunto Opera Laboratori Fiorentini venga lasciato a casa per queste operazioni di ristrutturazione e di lifting gradita al politico di turno.
Crediamo fermamente che una seria politica di valorizzazione del nostro patrimonio possa e debba generare nuovo lavoro senza toglierlo a chi ne ha già uno dice il Coordinatore Beni Culturali di Ugl-Intesa Toscana e che vi siano tutte le condizioni per coinvolgere anche nuove realtà in divenire.