Firenze – Beni Culturali: protesta “al contrario” dei restauratori ombra dell’Opificio
OPIFICIO DELLE PIETERE DURE
PROTESTA AL CONTRARIO DEI RESTAURATORI OMBRA
“RISCHIAMO LA NOSTRA PROFESSIONALITÀ”
Per i Beni Culturali non c’è pace. È ora la volta dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, una delle eccellenze italiane presente nel territorio fiorentino e conosciuta in tutto il mondo. Alla base della protesta dei restauratori c’è la richiesta del riconoscimento della loro posizione professionale prima delle nuove assunzioni così da non mettere a repentaglio tutta l’esperienza maturata nel settore e non vedersi collocati in una situazione di disagio.
Presso l’Opificio delle Pietre Dure, infatti circa la metà degli operatori che curano importanti opere d’arte come quelle del Beato Angelico e Donatello, sono professionisti del restauro che pur essendo inquadrati come assistenti tecnici da oltre 15 anni, sono restauratori conservatori a tutti gli effetti e molti sono anche risultati idonei a concorsi interni al ministero che però continua a bloccarli. Come più volte ribadito dal ministro Franceschini, verrà indetto un concorso straordinario per l’assunzione di 500 funzionari e saranno inviati almeno 50 esperti tecnici tra cui anche restauratori conservatori, proprio presso l’Opificio delle Pietre Dure, dove già ci sono i colleghi che aspettano l’inquadramento da anni! “La protesta degli interessati non è contro le nuove assunzioni” precisa il Segretario Provinciale della Federazione Intesa di Firenze, che aderisce a Confintesa , Sandra Badii “ma per chiedere che venga prima regolarizzata la loro posizione professionale, per non essere ulteriormente impoveriti nella loro professionalità”. Dunque dal 18 marzo 2016 i “restauratori ombra” protestano al contrario non incrociando le mani ma incrementando le ore di lavoro, senza chiederne il pagamento o il recupero, a dimostrazione della passione per la loro professione e per il Patrimonio Culturale del Paese.
Questa protesta, in forme estremamente civili, continuerà fino a quando il Ministero non deciderà di dare avvio ad un confronto diretto col personale interessato, al fine di individuare una via risolutiva e giusta. Il personale sarà seguito dal Coordinatore Provinciale dei Beni Culturali di Firenze Giuseppe Zicarelli il quale precisa che “Il perdurare della mancanza di riscontro con i vertici del Ministero, di fatto mette in secondo piano il personale ed il suo operato specializzato che indiscutibilmente contribuisce a mantenere alto il prestigio dell’Istituto e del Mibact stesso”.