A rischio il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure
Badii (Confintesa FP ) – A rischio i restauri all’Opificio Pietre Dure di Firenze. Basta svendere i nostri gioielli e le nostre eccellenze.
Incertezza per il futuro del personale dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Mancanza di formazione, spazi angusti, utilizzo di materiali pericolosi, nessuna possibilità di accedere a qualsiasi gratificazione. Ed ora con la costituenda fondazione che vede coinvolta quella della Cassa di Risparmio di Firenze e l’Opificio stesso si rischia di sovrapporre le funzioni degli addetti, tra cui i restauratori e gli amministrativi, dato che si prevede una immissione di personale dall’esterno che senza concorsi o altro potrebbe mutuare il lavoro di chi da tempo opera in questa eccellenza tutta italiana.
Questo quanto emerge dall’ assemblea che Confintesa Funzione Pubblica ha tenuto oggi con il personale dell’Opificio dopo che la direzione ha divulgato una sorta di bozza di convenzione per i servizi della costituenda fondazione tra i quali la ricerca di progetti innovativi, restauro di opere d’arte e formazione da attuare con il proprio team professionale.
“Il personale oggi ha esternato il proprio malcontento durante lo svolgimento dell’assemblea, facendo emergere il grande attaccamento all’istituto ed a quanto in esso viene svolto. Non si capisce come mai la direzione non si sia preoccupata di parlarne con il personale direttamente dato che tutto quello che sta accadendo lo riguarda da vicino. Nel testo proposto non si parla mai del personale in servizio e non si comprende neppure come mai non si preferisce investire direttamente sull’istituto e sul suo personale invece di creare fondazioni su fondazioni.
Confintesa Funzione Pubblica ha raccolto le tante osservazioni e proposte avanzate dai dipendenti e fornirà tutto il proprio supporto in questa delicata situazione.
Se continuerà questo silenzio sul futuro di questa istituzione, atteso il clima che si sta delineando, non si esclude che il personale possa chiedere al sindacato di indire lo stato di agitazione che potrebbe portare ad una interruzione dei servizi.
Confintesa Funzione Pubblica, pertanto, al fine di scongiurare il peggio, chiede fortemente alla Soprintendenza di far capire chiaramente in quale direzione stiamo andando e cosa ci sia nel futuro di questa categoria di dipendenti che svolgono un lavoro d’eccellenza nella cura di opere d’arte di inestimabile valore.”
Questo quanto precisa e chiede Sandra Badii, il Segretario Regionale di Confintesa FP della Toscana, nella convinzione che le fondazioni, qualora vogliano offrire il proprio aiuto, non si debbano sovrapporre alla struttura pubblica.