Prefettura di Firenze: rimodulazione dello smart working
In data odierna si è tenuta la riunione presso la Prefettura di Firenze avente ad oggetto la rimodulazione dello smart working a seguito del d.l. 56/21. Per Confintesa FP erano presenti Sandra Badii, Segretario Provinciale della Toscana, Fabiola Rossi ed Elisa Mormile.
Il Vice Prefetto, la dott.ssa Paola Berardino, ha proposto, affinché venga rispettato l’art. 1 del d.l.56/21, di prevedere per la prefettura di Firenze una percentuale del 21% di personale in smart working, senza considerare in questo conteggio i lavoratori dichiarati fragili.
Il Segretario Provinciale di Confintesa FP Sandra Badii è intervenuta evidenziando che l’abbassamento del minimo è frutto del Patto sottoscritto lo scorso 11 marzo dalle OOSS confederali e la Funzione Pubblica, un patto che è andato ad interferire nel lavoro pubblico senza tenere conto della realtà e diversificazione delle strutture, in barba alle rappresentanze del personale di settore.
“La percentuale di smart working non deve rappresentare un ostacolo alla prosecuzione di quanto in essere in quanto il decreto legge su citato prevede che si parta dal 15%. Questo 15% – ha precisato il nostro Segretario Provinciale – è una base di partenza, non di arrivo. Ciò che ci interessa è che siano garantiti i servizi nei confronti del pubblico, a prescindere che lo si faccia da casa in smart working o in ufficio in presenza. E l’altra cosa che ci preme è la salute dei lavoratori. L’importante è non andare sotto la soglia minima stabilita e nulla ci vieta di salire. Per continuare ad offrire i servizi ai cittadini ed alle imprese non è importante il luogo fisico ove si svolga la prestazione lavorativa, essendo lo smart working una forma di lavoro tra quelle previste, a meno che non si parli di ricezione fica di pubblico per restituzione di atti od altro e lì si può intervenire. Ma prima di tutto comunque ci deve essere una organizzazione del lavoro e dei servizi che sia ben orchestrata. E qui entrano in ballo i dirigenti!”.
Dunque, secondo Confintesa FP, il 21% del personale in smart working è poco e tale soglia deve essere allargata tenendo conto anche di altre situazioni: lavoratori con figli minori, quelli che assistono congiunti con particolari patologie, gli ultra sessantenni con patologie e quelli che utilizzano mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro.
Sandra Badii ha poi chiesto al Vice Prefetto se in virtù di queste nuove norme fosse stato interpellato di recente il medico competente per valutare la sicurezza dei luoghi ma come dichiarato dallo stesso Vice Prefetto ciò non è stato fatto.
Il Segretario Provinciale ha concluso l’intervento affermando quindi che la Confintesa FP si trova d’accordo sul fatto di tutelare i lavoratori fragili ma non con la soluzione percentuale riduttiva prospettata dall’Amministrazione perché “non scordiamoci che siamo ancora in emergenza e che ripartire non significa riaprire in fretta e furia“.
A tutti i nostri colleghi ricordiamo che è attivo un servizio per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Siamo sempre in prima linea, infatti, nell’interesse del personale per cercare di vigilare affinché siano garantite la massima tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tutti i lavoratori hanno diritto ad un ambiente decoroso, avere l’accesso alle tutele ed essere tranquilli quando rientrano nel loro ambiente familiare: contattaci se credi di non operare in un ufficio in linea con le norme di tutela o se non accedi al lavoro agile o alla flessibilità.
Il nostro esperto Umberto Fragassi sarà a disposizione per dare indicazioni in questo senso.
Contattaci:
u.fragassi@confintesafp.it
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