Ministero Interno: Posizioni economiche…posizioni scomode…?!
In Toscana non siamo molto contenti di queste strane posizioni economiche.
Di questi giorni la bozza definitiva dell’accordo tra Amministrazione e sindacati che definirà le modalità di transito ad una posizione economica superiore (F) dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato, appartenenti ai ruoli dell’Amministrazione Civile dell’Interno, in possesso dei requisiti previsti dall’accordo alla data del 1° gennaio 2020, in servizio alla data di scadenza del bando di selezione. In ogni caso potranno partecipare alle procedure di selezione i dipendenti che alla data del 1°gennaio 2020 abbiano maturato una permanenza non inferiore a due anni nella fascia retributiva di appartenenza.
Questo in sintesi la base di questa nuova sfornata di progressioni economiche che racchiude ancora una volta le sue contraddizioni e le sue smagliature nei criteri per l’attribuzione dei punteggi per la formazione delle graduatorie.
Premesso che lasceranno ancora una volta al palo gli apicali, cioè tutti coloro che giunti all’ultima “F” prevista nell’area di appartenenza, si vedranno raggiungere economicamente da chi ha meno anni di servizio e meno esperienza professionale; e dopo 40 anni di servizio, se permettete, più che una mortificazione è un vero affronto. Senza parlare degli “Ausiliari”, gli aboliti “commessi”, di cui tutti ne hanno bisogno, ma che nessuno ha il coraggio di dichiararlo, lasciandoli in una sorta di limbo dove gli viene promesso di meglio e di più purché continuino a fare il loro lavoro. Tralasciando per ora il resto delle nostre obiezioni di carattere meritocratico e le nostre posizioni sui colleghi transitati dai ruoli di P.S., ancora una volta ci pare di vedere ulteriori “aggiustamenti” di criteri fatti ad arte per far progredire sempre e più in alto “gli amici degli amici”. Una specie di gioco delle tre carte con baro, dove già si sa chi deve vincere e chi deve perdere.
Così, mentre l’Amministrazione fa “spallucce”, i Tre dell’apocalisse dettano legge con arroganza, dichiarando che “non si può accontentare tutti né iscrivere tutti”, noi ancora una volta stiamo a denunciare che, purtroppo, a subire sono sempre gli stessi e così non può andare bene. Non è giusto. Ma è inutile girare intorno al problema: loro hanno la maggioranza sindacale e noi non abbiamo i numeri sufficienti per far valere meglio e di più le nostre/vostre ragioni. Purtroppo, nonostante le angherie di anni, i nostri colleghi continuano a dar fiducia a chi ha dimostrato di non meritarne, illusi di aver ottenuto diritti, ma ignorando di essere capitati per caso in un contesto di graduatorie a titoli predisposti ed aggiustati per chi “doveva” progredire per forza, non certo per loro. Non ci vuole molto per trovare le prove di quanto affermiamo, è sufficiente confrontare con un po’ di attenzione i vari bandi per arrivare addirittura a fare nome e cognome dei destinatari della manovra. E’ la legge naturale del più forte. Come diceva Totò: “Chi comanda fa legge”.
Dateci fiducia facendo crescere il nostro peso contrattuale e ne vedrete veramente delle belle.