Interno – Mireco: un progetto che fa parlare molto di sé ma che nessuno conosce….
Al Viminale la parola chiave sembra essere “controllare”. Controllare i migranti, se hanno diritto o meno all’asilo politico, controllare se non vi siano situazioni di clandestinità, controllare i centri di accoglienza. Soprattutto ora con il piano di distribuzione dei migranti in tutta l’Italia dell’ANCI.
Con l’avvento di Minniti, quale Ministro dell’Interno, sembra ancor più concretizzarsi l’attività ispettiva; infatti è stato chiesto ai prefetti di intensificare con le verifiche soprattutto nei centri di accoglienza temporanei individuati proprio dalle prefetture nei territori di competenza. Tutto questo pare che porti alla modesta cifra di più di 170.000 migranti alloggiati nel nostro territorio nazionale.
Si rileva che nel 2015 il Dipartimento Libertà Civili del Ministero dell’Interno ha varato un piano di controllo sull’intero sistema di accoglienza tramite il progetto Mireco (Monitoring and improvement of reception conditions), che dispone di risorse europee del Fami (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) e che 2014-2020, per questo progetto esiste uno stanziamento di cinque milioni e mezzo di euro proprio per l’attuazione di verifiche in tre anni, tramite ogni prefettura, le condizioni dell’accoglienza.
Quindi si stanno facendo sopralluoghi, controlli, statistiche per capire i livelli raggiunti. Una specie di censimento, insomma, con l’evidenza di eccellenze e criticità. I prefetti per attuare questo piano hanno dato sfogo a tutta la loro fantasia impiegando il personale anche in modo difforme dalle indicazioni ricevute dal Ministero. Infatti il Dicastero aveva indicato precisamente una equipe di lavoro composta da funzionai e dirigenti ma pare che troppo spesso venga snaturata, dato che i dirigenti non sembrano gradire l’uscita dal loro comodo ufficio, dotato di aria condizionata e pulito, per andare a fare le verifiche presso i centri di accoglienza. Inoltre, i dipendenti che vanno ad effettuare i controlli, spesso utilizzano mezzi propri, non sono scortati dalla forza pubblica ed è messa a repentaglio la loro salute atteso che non si conoscono le condizioni igieniche e di salute dei luoghi di accoglienza e di coloro che vi sono alloggiati.
Si tenga presente che il personale che esegue queste ispezioni, poi, rientrato in sede, deve svolgere anche tutto il lavoro del settore ove è incardinato!
“Non sarebbe stato necessario affiancare una taske force alle prefetture, dotata dei mezzi necessari per gli spostamenti, con personale dedito solo a questo compito? Magari composta anche da rappresentanti di polizia per garantire la sicurezza?” osserva il Segretario Regionale della Federazione Intesa FP della Toscana “Continuano ad arrivare migranti, che vengono spalmati nel territorio dei comuni che si offrono di accoglierli; poi è compito del prefetto trovare le strutture e fare le verifiche. Alla fine, però, non è lui in persona che si reca nelle strutture e sarebbe il minimo far si che i propri collaboratori potessero effettuare questo servizio nella massina tranquillità, da tutti i punti di vista. Si fa un gran parlare (male) dei dipendenti pubblici, ma non nulla viene detto di quanto realmente stiano facendo in questo momento di reale emergenza per il nostro Paese e non solo nelle prefetture. Nelle questure ad esempio vi sono file interminabili di stranieri che ogni mattina, prima ancora del sorgere del sole, si mettono in fila davanti alle porte degli uffici immigrazione per chiedere il permesso di soggiorno, ma il personale in servizio per garantire il loro ricevimento quotidiano è sempre rimasto numericamente invariato. Così pure nei tribunali distrettuali, dove si osserva un incremento di ricorsi contro le decisioni delle commissioni territoriali di migranti da esaminare”. E conclude “Insomma, stiamo arrivando al collasso; ce ne stiamo accorgendo ma facciamo finta di nulla? Vogliamo risposte concrete dalle istituzioni! Non lasciamo da solo il nostro personale e diamo tutto quello di cui ha necessità e smettiamola di parlare sempre in modo poco appropriato dei dipendenti dello stato!”
La Federazione Intesa FP della Toscana sta monitorando la situazione nella regione così da rilevare le situazioni di criticità per l’operato del personale impiegato.