Firenze – Difesa :CHIMICO FARMACEUTICO MILITARE “NON USIAMO UN’ECCELLENZA TUTTA TOSCANA PER QUESTIONE DI CASSA”

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CHIMICO FARMACEUTICO MILITARE “NON USIAMO UN’ECCELLENZA TUTTA TOSCANA PER QUESTIONE DI CASSA”

CONFINTESA: RIPORTIAMOLO NELLA GIUSTA COLLOCAZIONE

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze potrebbe subire gravi disagi per effetto di  una situazione di incertezza dovuta da una parte alla mancanza di personale e dall’altra per il difficoltà in cui vivono i lavoratori civili dello stesso, i quali si trovano in una sorta di limbo in cui non si ha cognizione del loro futuro.

confintesaIl Chimico Farmaceutico di via Reginaldo Giuliani è dal 2001 alle dipendente dell’Agenzia Industrie Difesa (AID), ente con personalità giuridica di diritto pubblico, che opera sotto la vigilanza del dicastero, con l’obiettivo di portare all’economica gestione gli stabilimenti ad essa assegnati. Lo Stabilimento può essere considerato come l’unica azienda farmaceutica dello Stato che non ha solo il compito di rifornire le Forze armate di medicinali e materiali sanitari, ma anche di intervenire a favore di tutta la collettività, svolgendo un ruolo sociale di grande rilevanza per il Paese. Sembra però per il governo lo Stabilimento, il suo personale e la sua gestione non rientrino tra le priorità attuali, anche se la Commissione permanete Difesa della Camera per voce di alcuni deputati sta cercando di sollecitare una risoluzione che vada verso il pieno riassorbimento della struttura nell’alveo ministeriale. Questa è davvero una situazione che pare stenti a trovare la giusta strada per una risoluzione che non sia un semplice ritorno al passato ma la valorizzazione di una vera eccellenza tutta toscana.

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ha sempre dimostrato uno spirito di pubblico servizio in totale sinergia e complementarietà con strutture pubbliche e private” osserva il Segretario Regionale della Toscana della Federazione Intesa FP aderente a Confintesa Sandra Badii “Per questo non può essere considerato come una normale azienda ma una diretta emanazione del ministero della Difesa che lo deve reintegrare sia come organizzazione che come personale nel proprio interno per permettergli di avviare un nuovo percorso e di accogliere nuove sfide. Questo” prosegue il Segretario “garantirebbe stabilità e l’opportunità ai dipendenti civili che prestano servizio presso la struttura, e che hanno subito un passaggio a gestione industriale, di non rimanere isolati dalle opportunità di crescita sia professionale che economica degli altri colleghi civili della difesa, che poi si traduce in maggiore efficienza a beneficio dello stabilimento e della collettività. In questo quadro poi, ci sembra di capire che invece i militari in servizio presso il Farmaceutico siano rimasti incardinati nelle fila della Difesa e non siano passati come i civili, alle dipendenze AID. Non è forse questa una vera disparità di trattamento, una vera stortura? Se la gestione di tipo manageriale è stata utile” conclude la sindacalista “questa potrà essere comunque continuata anche se la struttura ritorna a far parte del ministero della Difesa a tutti gli effetti: le due cose non sono stridenti tra loro! Riportiamo il Chimico Farmaceutico nella sua giusta collocazione.”

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