Toscana: Sciopero? No, assemblee!

La Segreteria Regionale della Toscana, nel condividere e sostenere quanto la Federazione ha deciso in ordine allo sciopero, invita tutti i colleghi nei vari posti di lavoro a richiederci di indire assemblee per il 12 p.v. così da dare un segnale molto forte a tutti.

(AGENPARL) – Roma, 27 nov  – Lo sciopero generale così come è non serve. Servono, invece, cambiamenti. Ad incominciare dall’introduzione del contratto cornice con dei punti fissi ed altri modificabili con la contrattazione integrativa con conseguenze sulla retribuzione di risultato dei dirigenti e l’abolizione della limitazione del doppio lavoro.

Lo ha dichiarato il Segretario Generale Ugl-Intesa FP, Francesco Prudenzano che pone sul tavolo altri cambiamenti che, secondo il sindacato, farebbero bene alla pubblica amministrazione come l’introduzione dello sciopero virtuale con la contestuale costituzione di un fondo cogestito in tal modo a rimetterci non sarebbe solo lo scioperante ma anche l’amministrazione che non ricerca una forma di accordo-soluzione tra le parti. Questa forma di sciopero non avrebbe limitazioni di tempo e non porterebbe disagio all’utenza.

Ma il sindacato va oltre – spiega Prudenzano – perché sarebbe auspicabile anche una forma di sciopero solidale con la creazione di un apposito fondo di solidarietà al quale contribuirebbe anche il sindacato. Discorso a parte meritano i modelli di riqualificazione del personale che devono necessariamente passare attraverso strumenti e opportunità oggettive e trasparenti per mettere in luce le capacità individuali di ognuno e i percorsi di carriera realmente legati alla professionalità e al merito. La Ugl-Intesa – conclude Prudenzano – non sciopererà ma, queste cose, le spiegherà in tutte le assemblee dei posti di lavoro d’Italia già convocate per il 12 dicembre.

One Response to “Toscana: Sciopero? No, assemblee!

  • Le assemblee sono importanti per creare una coesione di intenti, ma è anche vero che limitano notevolmente l’immagine della disapprovazione verso l’opinione pubblica. Il pubblico impiego rivendica un nuovo contratto di lavoro ormai fermo da troppi anni. Portare il tetto mensile da 1500 euro a 1600 euro per ottenere gli 80 euro.

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